La foresta ricresce
A fronte del grande utilizzo del legno in architettura e per la produzione dei beni di consumo, le aziende devono attenersi alle indicazioni delle organizzazioni incaricate al controllo delle risorse
Da un lato le foreste americane, dall’altro quelle europee. A fronte del grande utilizzo del legno in architettura e per la produzione dei beni di consumo, le aziende devono attenersi alle indicazioni delle organizzazioni incaricate al controllo delle risorse. AHEC (American Hardwood Export Council) rappresenta i produttori di legni a latifoglia americani e si occupa di condurre costanti e attenti studi sullo stato e sulla gestione delle foreste. Il territorio americano occupato dalle piante a latifoglia conta 14 miliardi di metri cubi di legna (l’equivalente di Francia, Spagna, Belgio e Olanda insieme) e si espande alla velocità di 150 milioni di metri cubi l’anno. Per il 90% è di proprietà di privati, con aree inferiori ai 10 ettari, ed è quindi gestito in maniera non intensiva. Spesso la produzione di legname e il ritorno economico non sono obiettivi primari, e i proprietari tendono a sfruttare le foreste in modo meno aggressivo. Il taglio selettivo è la metodologia tipica, che consiste nella rimozione di pochi alberi per ettaro, affidandosi poi alla rigenerazione naturale.
«Solo ora cominciamo a capire l’impatto delle nostre scelte sul pianeta in termini di gas serra, accumulo dei rifiuti plastici, utilizzo dei corsi d’acqua – spiega David Venables, direttore Europa di Ahec -. Abbiamo iniziato quindi a monitorare l’impatto ambientale di ogni partita di prodotto e della sua spedizione al cliente». Il legno è un materiale rinnovabile, ma le foreste vanno gestite in maniera sostenibile. In Italia, il Rapporto sullo stato dei territori e del settore forestale, pubblicato dal Ministero per le Politiche agricole alimentari, ne certifica la gestione e ne direziona l’utilizzo. Grazie ad aziende che si impegnano in processi e produzioni consapevoli, l’Italia è uno dei paesi in cui la foresta è cresciuta di più dopo il boom economico.
Ne è un esempio Rubner Haus, che produce case prefabbricate in legno e sughero certificati Pefc. «Utilizziamo abeti rossi e larici italiani – spiega Deborah Zani, amministratore delegato dell’azienda -, sostenibili sia a livello ecologico che sociale. Inoltre, i nostri prefabbricati sono efficienti a livello energetico perché il legno è un isolante naturale migliore di calcestruzzo e mattoni». Rubner sottopone inoltre tutti i suoi prodotti al monitoraggio da parte di istituti indipendenti, come Holzforschung Austria, Bund Deutscher Fertigbau, Gūtergemeinschaft Blockhaus e Federlegno Italia, garantendo così le omologazioni di prodotto specifiche per paese.
Articolo pubblicato su Casa Naturale maggio-giugno 2020
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