Al Cersaie di Bologna, cinque azioni per il futuro delle città
Le città occupano solo il 3% del territorio mondiale, ma riescono a consumare oltre il 60% dell’energia, producendo il 70% delle emissioni di gas serra e il 70% dei rifiuti globali, con una popolazione destinata a raddoppiare entro il 2050. Poco – o tanto – basta per individuare le città come banco di prova del prossimo futuro a livello ambientale, energetico, urbanistico, architettonico, sociale ed economico. Partendo da questi temi, domani al Cersaie di Bologna, dalle 16 alle 18, nella sala Italia del Palazzo dei Congressi si confronteranno diversi esperti, per cercare di indicare – in modo pratico – cinque soluzioni e azioni strategiche di uscita.
L’evento che si intitola “BUSINESS PLANet. Costruire un futuro sostenibile, progettare una crescita consapevole” è il terzo appuntamento del ciclo d’incontri Le sfide dei territori e dei distretti italiani e sarà condotto da Agnese Pini, direttrice di QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno, che è anche promotore del meeting.
Prima azione: il verde urbano
Maria Chiara Pastore, docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, direttore del Dipartimento di Ricerca Stefano Boeri Architetti e direttrice scientifica di Forestami – l’ambizioso progetto di forestazione urbana della Città Metropolitana di Milano terrà lo speech di apertura, «Nel 2020 – spiega a CasaNaturale – la massa di materiali prodotti dall’uomo ha sorpassato quella della biomassa vivente, secondo uno studio dell’Istituto Weizmann per le Scienze pubblicato da Nature. Questo dato deve farci riflettere, ma anche innescare soluzioni a catena capaci di contrastare l’inquinamento urbano e il cambiamento climatico in architettura e urbanistica. Fra tutte, mettere a terra strategie di verde urbano, incidendo sia sul mercato pubblico che su quello privato e seguendo l’esempio di Stati, come la Francia, che tanto si sta spendendo verso questo obiettivo, è fondamentale».
Seconda azione: il recupero della memoria
La resilienza in città è una seconda risposta per garantire un benessere urbano e dunque umano. Lo spiegherà, nell’ambito della discussione che seguirà lo speech, Piero Pelizzaro, esperto in politiche sui cambiamenti climatici, già Chief Resilience Officer della prima amministrazione Sala a Milano, attualmente è direttore del Dipartimento Europa e Relazioni Internazionali del Comune di Bologna, selezionata tra le 100 città europee parte della Cities Mission sulle città intelligenti e a impatto zero entro il 2030. «Il 2022 – spiega – secondo i dati aggiornati della mappa del rischio climatico di Legambiente, ha registrato il numero di eventi climatici estremi più alto della media annua dell’ultimo decennio, con oltre 132 casi. Dal 2010, gli eventi sono stati 1.318. Le strategie di resilienza urbana sono la capacità del sistema-città di rispondere, adattarsi e mitigare i traumi globali con risposte locali e integrate. Attraverso azioni che partono, prima di tutto, dal recupero della memoria dei luoghi. Perché a volte osservare il passato aiuta a pianificare il futuro».
Terza azione: la cooperazione della comunità
La città-comunità come propulsore di uguaglianza e inclusione è invece la soluzione che sta alla base del pensiero di Simone Sfriso, architetto e co-fondatore dello studio TAMassociati, che ha curato nel 2016 del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia. Sfriso spiegherà il ruolo dell’architettura come arte sociale a servizio della comunità. L’architetto è convinto che la progettualità per luoghi, persone e beni comuni abbia la capacità intrinseca di incrementare quel capitale umano, sociale e ambientale che agisce contro la marginalità e l’esclusione; considera la città un mezzo comunicante attraverso cui le comunità possono rivendicare diritti, progresso, opportunità e inclusione. Fino ad arrivare al tema della disuguaglianza che la città riflette, ma che può correggere attraverso il più potente strumento di capacità redistributiva: lo spazio pubblico.
Quarta azione: la produzione e condivisione collettiva di energia a livello locale
Quarta azione strategica, è l’impegno verso le fonti rinnovabili e l’energia di prossimità, l’autoproduzione e l’autoconsumo delle nuove comunità energetiche. Claudia Carani, Innovation Manager di AESS Modena – Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, esperta in pianificazione energetica del territorio, focalizzerà l’attenzione su Geco – Green Energy Community: uno dei (pochi) progetti italiani, bolognese, di gestione comunitaria della risorsa energetica locale che riduce la distanza tra produzione e consumo, coinvolgendo abitanti, attività commerciali e imprese.
Quinta azione: la riqualificazione energetica del patrimonio costruito
Infine, l’azione più scontata, ma principe, è riqualificare il patrimonio edilizio esistente, rendendolo meno energivoro. Leonardo Fornaciari, presidente di ANCE Emilia – Associazione dei costruttori di Bologna, Ferrara e Modena, descriverà le soluzioni di efficientamento energetico per l’edilizia oltre i risultati del Superbonus 110%. Con lui, Giuseppe Sibilla, responsabile Direzione Territoriale Emilia Ovest BPER Banca, illustrerà gli strumenti finanziari a favore della riqualificazione edilizia.
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