Favara, un esempio di rigenerazione urbana
Un progetto vincente, realizzato con le potenzialità di una cittadina di non oltre trentamila abitanti. Il Farm Cultural Park, conosciuto anche come Cortile Bentivegna di Favara, a circa 10 chilometri da Agrigento, è un esempio di innovazione culturale senza precedenti in Sicilia.
Ripartire dalla bellezza
Erano anni che Favara, ingrigita dal tempo e dall’indifferenza dei più, non veniva più contemplata dai turisti. Il crollo di una palazzina fatiscente e la conseguente morte di due bambine nel 2010, aveva ulteriormente marchiato la cittadina dell’entroterra siciliano. Tuttavia, grazie ai lavori di riqualificazione iniziati nello stesso anno, Favara è ripartita dalla bellezza e vive oggi un momento di grande prosperità.
Il Farm Cultural Park
Farm Cultural Park non riguarda soltanto la rigenerazione urbana in termini strutturali. La ristrutturazione ed il restyling architettonico del centro storico di Favara, fortemente voluto dal notaio Andrea Bartoli e la moglie Florinda Sajeva, hanno infatti favorito la creazione di nuovi spazi e dunque il fiorire di numerose attività culturali.
I due diedero inizio alla compravendita degli immobili più degradati, creando dal nulla una galleria d’arte ed una sandwicheria.
Il Cortile Bentivegna, indirizzo fisico del Parco, da quartiere malfamato e dedito a piccoli traffici illegali, è diventato un vero e proprio centro culturale indipendente, in cui non mancano spettacoli, mostre ed istallazioni artistiche.
Restyling e rigenerazione urbana
I lavori di recupero hanno riguardato principalmente il restyling di due palazzi, inaugurati con una grande festa. Pareti colorate, un giardino, uno spazio per il coworking, un museo, istallazioni a cielo aperto e numerosi ristoranti, hanno trasformato la cittadina siciliana in un centro d’innovazione sociale, attrazione per moli turisti e curiosi in cerca di luoghi e territori stimolanti.
Un pezzo di mondo migliore
Lo spazio sottratto al degrado può essere davvero considerato “un pezzo di mondo migliore”, così come lo hanno più volte definito gli ideatori.
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