Biopiscine, mai più sprechi
In un Paese ricco di specchi d’acqua balneabili come l’Italia, è strano che vi siano ancora così poche biopiscine, ossia specchi d’acqua balneabili, puliti senza ricorrere al cloro o all’ozono.
La progettazione di piscine depurate senza l’utilizzo di sostanze chimiche, da noi è arrivata solo recentemente, ma in Nord Europa è una pratica diffusa già da diversi anni. Sarebbe dunque giunto il momento di sostituire la vecchia piscina con le mattonelle azzurre e abbandonare l’idea diffusa nell’immaginario collettivo.
Una biopiscina è una pozza d’acqua priva di additivi chimici, il cui trattamento di depurazione è affidato a processi biologici, possibili grazie all’interazione tra piante acquatiche, fitoplacton e zooplacton, oltre che all’inserimento di filtri vegetali ed impianti meccanici.
Biolago
La prima azienda italiana ad aprire nel settore, è stata quella aperta da Vera Luciani, paesaggista con background musicale. Nell’immaginario dell’architetto, Biolago è sinonimo di armonia. Una piscina naturale costruita senza cemento, cloro e solventi chimici.
All’interno di questi bacini idrici, l’acqua si mantiene pulita grazie ad un sistema di fitodepurazione, consistente nella ricreazione di un vero e proprio ecosistema, completo di vegetazione e microorganismi. Le piante palustri e quelle sommerse, filtrano e assorbono i batteri o le sostanze organiche nocive per l’uomo.
Secondo la stessa Luciani, la superficie dedicata all’area di fitodepurazione deve corrispondere al 30% dell’area, mentre il resto della vasca è balneabile, con il fondo impermeabilizzato. Una suddivisone di questo tipo, renderebbe infatti molto più semplice anche la manutenzione del luogo.
L’acqua del biolago inoltre, non essendo trattata, potrà tranquillamente essere riutilizzata per annaffiare il giardino.
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