Pavimenti balsamici: nessuna sostanza nociva e benessere
Si va verso una nuova frontiera della certificazione ambientale sulla qualità dell’aria indoor. O per lo meno questo è il proposito di Marco Felicetti, Amministratore Delegato di Fiemme 3000, che ha commissionato al CNR-IVALSA, il maggiore istituto di ricerca italiano nel settore foresta/legno, uno studio scientifico per analizzare la salubrità dei pavimenti balsamici in legno prodotti dalla propria azienda.
Attualmente, infatti, nel nostro Paese non esiste una normativa organica di riferimento sulla qualità dell’aria indoor; leggi specifiche riguardano alcuni agenti inquinanti come l’amianto, il fumo passivo e il radon, mentre alcune linee guida tutelano la salute negli ambienti confinati e nelle scuole. Le certificazioni esistenti stabilite da istituti privati non assicurano univoci standard internazionali di riferimento, indicando spesso livelli ammissibili molto diversi.
«Da anni ho un chiodo fisso – spiega Felicetti –. Verificare la possibilità di effettuare una sorta di analisi del sangue degli edifici che permetta di misurare le sostanze e i livelli degli stessi presenti in ogni materiale costruttivo. Per poi procedere a una classificazione del costruito e a eventuali operazioni di bonifica e miglioramento».
L’idea dell’Amministratore Delegato ha preso forma con il progetto denominato Alfa – Pinene, con cui Fiemme 3000 ha deciso di mettersi in gioco e, soprattutto, di porre sotto la lente di ingrandimento le proprie produzioni. Un’analisi accurata di circa 18 mesi ha interessato i pavimenti in legno del brand trentino, a cominciare dalla materia prima per passare ai trattamenti e al prodotto finito.
I risultati sono stati altamente qualificanti. CNR-IVALSA ha dimostrato l’assenza in tutti i prodotti di radiazioni, metalli pesanti, derivati del petrolio e sostanze chimiche considerate nocive e, soprattutto, ha rilevato l’emissione di COV tipici di piante e vegetali, tra i quali alcuni monoterpeni che caratterizzano i medicinali balsamici ritenuti benefici se assunti in piccole dosi.
Oltre a essere un traguardo di tutto rispetto per Fiemme 3000, i risultati possono essere un esempio concreto per gettare le basi di una nuova frontiera della certificazione ambientale legata alla qualità dell’aria indoor. «Io vedo la figura dell’architetto come il futuro nutrizionista dell’edilizia di domani – conclude Felicetti – che potrà operare scelte equilibrate di materiali secondo le diverse emissioni. In modo che la casa del futuro sia un ambiente dove le persone vivono meglio. Non solo passiva energeticamente, ma attiva in termini di benessere.»
di Stefano Bosco
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