Casa passiva e restauro
“Nel 2005 decidere di ristrutturare un edificio esistente con i criteri degli edifici passivi poteva sembrare abbastanza audace, visto che al momento neanche edifici passivi ex-novo erano stati realizzati più a sud di Bolzano; per di più trattandosi di un vecchio casolare fatiscente vincolato al rispetto della tipologia architettonica esistente“, così l’architetto Francesca Nardi, laureata con lode a Firenze proprio con una tesi sugli edifici passivi, presenta il progetto portato a termine in provincia di Forlì.
Obiettivo dell’intervento era rendere l’edificio il più possibile indipendente rispetto alle fonti energetiche tradizionali non rinnovabili, mirando alla classe di consumi energetici propria della casa passiva (fabbisogno energetico annuo inferiore a 15 kWh/mqa); il percorso si presentava articolato e tortuoso, perché oltre all’aggiornamento del sistema impiantistico, era necessario consolidare la struttura, in completo decadimento. Intervenendo nel rispetto della tipologia architettonica, come da vincoli del Piano Regolatore, la struttura è stata mantenuta pressoché identica a se stessa; si è deciso per un consolidamento del corpo centrale e una parziale demolizione e ricostruzione, a parità di volume, della superficie e dell’area di sedime dei corpi laterali.
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La richiesta del committente, inoltre, era di ottenere un edificio simile all’esistente ma molto più luminoso e caldo, obiettivo raggiunto attraverso l’inserimento di diverse soluzioni architettoniche e impiantistiche. La luminosità, naturale, dell’insieme, è stata garantita dalla presenza di due captatori di luce solare, installati al piano superiore nel disimpegno e in un bagno. Il tunnel solare, opportunamente coibentato, prende la luce naturale dal tetto e la porta laddove necessario usando un canale riflettente, pur senza portare variazioni di temperatura all’interno degli ambienti residenziali. Grazie a questa idea, l’edificio può usufruire di luce naturale durante l’intero arco della giornata.
Dal punto di vista impiantistico, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e una piccola pompa di calore in sostituzione della caldaia a gas garantiscono l’indipendenza energetica dell’involucro. Un valore aggiunto dell’edificio passivo, inoltre, è l’ottima qualità dell’aria indoor, garantita dall’impianto di ventilazione meccanica controllata (VMC); proprio questo sistema si occupa di mettere in atto un costante ricambio d’aria negli ambienti, possibilmente prelevando l’aria esterna dalla zona meno inquinata.
Coerentemente con il concetto di salubrità generale per l’edificio, i materiali edili scelti per la ristrutturazione sono tutti naturali e traspiranti; l’isolamento esterno delle pareti è stato realizzato con un minerale agli idrati di silicato di calcio e per il tetto è stata applicata fibra di legno; gli intonaci esterni e le pitture sono a base di silossani e, anziché sostituire integralmente i materiali esistenti, sono stati recuperati travi in legno, mattoni, coppi e tavelle. Il progetto dell’architetto Nardi, inoltre, ha voluto sottolineare l’origine tipologica dell’insieme, dando una nuova identità al fabbircato e sottolineando le potenzialità estetiche dell’insieme, sia nei prospetti esterni che negli spazi residenziali interni.
di Antonia Solari foto di Francesca Nardi
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