A Milano, gli scali dismessi diventano oasi urbane per mitigare il clima
Un bosco lineare e una grande vasca balneabile. Si chiama “Agenti climatici” il progetto di rigenerazione che trasformerà in oasi urbane gli scali dismessi Farini e San Cristoforo a Milano. Scelto fra cinque finalisti, il progetto è firmato da Oma e Laboratorio Permanente, con un team multidisciplinare di urbanisti, paesaggisti ed esperti di architettura meteorologica. Per creare non un semplice parco, ma un sistema di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.
La squadra che trasformerà gli scali dismessi Farini e San Cristoforo
Il concorso per la rigenerazione degli scali dismessi Farini e San Cristoforo era stato indetto da FS Sistemi Urbani e Coima sgr. Presieduta dall’architetto urbanista Dominique Pearrault, la giuria si è trovata a scegliere fra proposte di altissimo livello presentate da team e firme internazonali, come Arup, Kengo Kuma, Baukuh e Grimshaw.
A vincere è stato il team multidisciplinare raccolto attorno alla società Oma (Paesi Bassi) e a Laboratorio Permanente. Una squadra composta da Philippe Rahm architects, specialisti in architettura meteorologica, i paesaggisti di Vogt Landscape Architects, l’esperto in politiche urbane Ezio Micelli, l’associazione culturale Temporiuso e le società Arcadis e Net Engineering esperte in temi di sostenibilità e trasporti.
Da scali ferroviari a agenti climatici
La proposta elaborata individua nei due scali dismessi due diversi dispositivi ambientali o “agenti climatici”: un’area verde a Farini e un’area blu a San Cristoforo. In pratica, al posto dell’ex scalo ferroviario Farini sorgerà un bosco lineare, in grado di filtrare e raffreddare i venti caldi provenienti da sud-ovest e di depurare l’aria di città, trattenendo il particolato. Nella zona di San Cristoforo sarà realizzato invece un grande sistema di vasche per la fitodepurazione delle acque, in parte costituito anche da piscine naturali balneabili. “Uno spazio – dicono i progettisti – resiliente e adattabile ai cambiamenti futuri”.
“In un momento di trasformazioni ambientali drammatiche e di incertezza economica, le nostre priorità sono cambiate. La moneta più preziosa non è ormai il “mattone”. Piuttosto sono le condizioni climatiche che le città saranno in grado di assicurare per il loro abitanti. La città del XX secolo, con il suo enorme dispendio energetico deve essere quindi superata, riconsiderando radicalmente i principi che hanno determinato fino ad oggi lo sviluppo urbano”.
Approfondimenti:
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