Consumo di suolo: ogni due ore costruiamo un’intera piazza Navona
Nel 2017, in Italia, abbiamo costruito un’intera piazza Navona ogni due ore. Lo dicono i dati dell’ultimo Rapporto Ispra-Snpa sul consumo di suolo, presentato il 17 luglio a Roma. In totale, solo lo scorso anno, sono stati cementificati in vario modo 52 chilometri quadrati di territorio italiano. Impermeabilizzati, resi sterili, insomma perduti.
Anche se va detto che la velocità media si è stabilizzata intorno ai 2 metri quadrati al secondo, il consumo di suolo continua comunque ad aumentare, nonostante la crisi economica. E la cosa più preoccupante, fanno notare i tecnici dell’Ispra è che quasi un quarto (il 24,6%) di queste trasformazioni del suolo avviene all’interno di aree soggette a vincoli paesaggistici.
Aree protette e a rischio idrogeologico
Anche le zone a rischio idrogeologico non sono state risparmiate dal consumo di suolo. Il 6% delle trasformazioni del 2017 – si legge nel rapporto Ispra – si trova in aree a pericolosità da frana ed oltre il 15% in quelle a pericolosità idraulica media.
Mentre per quanto riguarda le aree protette e i parchi naturali, anche se la crescita in queste zone è ovviamente inferiore a quella nazionale (0,11% contro lo 0,23%), quasi 75 mila ettari di terreno sono ormai totalmente impermeabili. La maglia nera va al Parco nazionale dei Monti Sibillini, che nel 2017 ha consumato oltre 24 ettari di territorio.
Una legge bloccata
In generale, la densità di consumo di suolo maggiore rispetto alla media nazionale si trova nelle aree costiere, in quelle a pericolosità idraulica e nelle aree a vincolo paesaggistico (coste, laghi e fiumi).
Al Centro e al Nord si concentrano le province con l’incremento più alto nel 2017.
Entro il 2050, ricorda infine l’Ispra, si dovrebbe raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo. L’attesa legge è però rimasta ferma in Senato per l’approvazione dalla scorsa legislatura.
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