Humus Park: il festival della Land Art a Pordenone
Due settimane di residenza artistica per creare opere fatte esclusivamente di natura. Si chiama Humus Park e si svolge nel Friuli Venezia Giulia, a Pordenone e provincia, la biennale italiana della Land Art. La sua sesta edizione, in corso dal 14 al 26 maggio, ha visto una prima parte di attività (dal 14 al 19) presso il centro archeologico Palù di Livenza, situato tra i comuni di Caneva e Polcenigo, e si conclude questa settimana a Pordenone, nel Parco del Museo Archeologico di Torre.
Le palafitte di Palù, una villa romana, un castello di epoca medievale, immersi in un paesaggio in parte rurale e in parte selvaggio, offrono spunti agli oltre 90 artisti, fra personalità internazionali e studenti dell’accademia, per creare opere di Land Art originali e rigorosamente site specific.
La linea è dettata dai direttori artistici: tutti i partecipanti lavorano a coppie e per le loro creazioni possono utilizzare esclusivamente materiali ed elementi naturali reperiti sul posto, come rami, foglie, sassi, terra, alberi, cespugli, rovi, zolle, erba, acqua, vento. Dall’intreccio di abilità tecnica, ispirazione e dialogo con l’ambiente circostante nascono così delle vere e proprie gallerie “en plein air”, visitabili per tutta l’estate, finché Madre Natura non se le riprenderà.
Gli artisti stranieri provengono da Nuova Zelanda, Taiwan, Danimarca, Kazakistan, Svizzera, Francia, Lituania, Polonia, Stati Uniti, Slovenia, Perù e Iran. Da segnalare in questa edizione la presenza di Nick Neddo, autore del libro “The Organic Artist”, artista ed educatore del Vermont (USA), l’artista multidisciplinare Donald Buglass (Nuova Zelanda) e lo svizzero Peter Hess, direttore artistico del festival di Grindelwald e “padre” della Land Art naturalistica in Europa. Tra gli italiani Marco Nones, vincitore del Concorso Arte Expo 2015/Fondazione Triulza con l’istallazione artistica “Svuotato”, creata per Bosco in Città (Milano).
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