Fibre tessili alternative: viva le arance!
Impalpabile, fresco come la seta e sostenibile. È il tessuto sviluppato da Orange Fiber, la start-up delle due giovani siciliane Adriana Santanocito ed Enrica Arena, nata nel 2014 da un’intuizione: usare gli scarti delle arance per produrre un filato e creare così degli abiti.
Fibre tessili alternative: un’idea geniale
L’idea è partita dalla tesi di Adriana in design dei materiali e da lì si è sviluppata. Dopo alcuni studi realizzati in laboratorio al Politecnico di Milano, è stato possibile ottenere il brevetto. Nel dicembre del 2015 è stato inaugurato il primo impianto pilota, a Caltagirone, per la trasformazione del pastazzo di agrumi in cellulosa per la filatura.
L’azienda oggi ha due sedi, una a Catania e una a Rovereto.
Un legame con la tradizione
«Ogni anno in Italia – ricorda Enrica – sono prodotte oltre un milione di tonnellate di scarto dagli agrumi. Materiale che non viene riutilizzato». Orange Fiber ha inizialmente realizzato prototipi simili al pizzo e, successivamente, ha proseguito l’attività di ricerca e sviluppo. « Le possibilità sono molte – spiega Enrica -. I blend, i mix del nostro filato con altri, sono infiniti. Ora abbiamo realizzato questo tessuto al 100% derivato dalle arance, che è come una seta. Ma il nostro obiettivo è offrire un’alternativa a diversi materiali esistenti, che per essere prodotti impattano sull’ambiente. Una scelta etica. Che, fra l’altro, ci porta a ritenere positiva la nascita di altre realtà simili alla nostra».
Vincitore al Global Change Award
Il progetto Orange Fiber è stato uno dei cinque vincitori della Global Change Award del 2015, l’iniziativa lanciata dall’organizzazione no-profit H&M Conscious Foundation. «Un risultato importante – commentano le due imprenditrici – che ci ha permesso di farci conoscere e prendere contatti con diversi brand di moda, con i quali ora stiamo lavorando».
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