Global Strike for Future: la voce dell’ambiente
Ci siamo quasi. Venerdì 15 marzo scenderanno in piazza studenti, ma anche adulti e oltre 3 mila scienziati.
Hanno aderito più di 500 città di 60 paesi. È il Global Strike for Future, la marcia pacifica mondiale contro il cambiamento climatico.
Tutto ha avuto inizio il 20 agosto 2018. Quando Greta Thunberg decide di non andare a scuola fino alle elezioni generali del 9 settembre. La giovane attivista (16 anni) ha a cuore le sorti del pianeta e sceglie di dimostrarlo stazionando davanti al Parlamento svedese e chiedendo ai politici iniziative concrete.
Hanno inizio così i “Fridays for Future”. Ogni venerdì gli studenti – e non solo loro – si attivano in ogni parte del globo e fanno sentire la loro voce. Un movimento pacifico per sensibilizzare le persone sugli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi.
E così, mese dopo mese, hanno aderito anche molte piazze italiane. Tra queste, Torino, Milano, Genova, Pisa… L’appuntamento più atteso è per venerdì 15 marzo. L’occasione che finora era mancata «per creare quella capacità aggregativa» come l’ha definita il metereologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli. Da oltre vent’anni impegnato nelle scuole dove, spiega Mercalli, si registra un forte interesse individuale finora incapace di trasformarsi in movimento comunitario.
Il countdown è iniziato: è necessario un cambio di rotta. Greta si è rivolta direttamente ai leader mondiali: «State rubando il futuro ai vostri figli». Sarà ascoltata? Anche Legambiente ha risposto alla chiamata. Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione, ha ribadito l’urgenza di rinnovare il modello energetico del nostro paese verso soluzioni rinnovabili e sostenibili e di raggiungere un coordinamento tra le politiche dei diversi paesi.
di Clarissa Marchese
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Curiosità
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