Il valore del ricordo
Essere resilienti significa avere una buona memoria. Ricordarsi il come si era, per evolvere verso il come si vuole essere. In un mix di innovazione e ritorno agli usi e costumi del passato. Perché non sempre la risposta sta nel futuro. A volte, occorre guardarsi indietro
Piero Pelizzaro è un manager, esperto in politiche sui cambiamenti climatici e strategie per la resilienza della città, tema di cui si è occupato in via diretta sia nello staff del Comune di Milano che in quello di Bologna. Perché la resilienza ha a che fare con la memoria? «Prendiamo il caso di un territorio al centro di un accadimento avverso, come un terremoto, un’inondazione o una frana. Per potersi definire resiliente, questo habitat non deve semplicemente superare lo “stress test” cui viene sottoposto, limitando i danni e rimettendo in piedi le attività.
Al contrario, deve avere la percezione di quale fosse lo stato pre-crisi, per riuscire a focalizzare i problemi da risolvere e a identificare le relative soluzioni. La resilienza, insomma, è uno stato attivo e non passivo. La capacità di fare tesoro delle situazioni, per evolvere».
Articolo pubblicato su Casa Naturale di gennaio – febbraio 2023
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