Intervista a Beppe Grillo
Beppe Grillo è stato intervistato da Casa Naturale nel numero di aprile 2007, agli albori del suo impegno politico, sociale ed ambientale. Sottoponiamo l’intervista in versione integrale ai nostri lettori.
All’inizio era solo un comico. Bravo sì, ma legato ad una satira “leggera”, seppure pungente e poco convenzionale. Poi, la svolta. Fino a diventare uno dei personaggi più amati e seguiti nel nostro Paese per la sua capacità di disvelare la verità, di andare a fondo, di urlare a tutti, politici e cittadini qualunque, che un mondo migliore, un ambiente migliore e una società migliore sono ancora possibili. A patto di cominciare a pensare in modo diverso, chiedendosi quali sono gli effetti di ogni nostra singola azione sul pianeta, dall’acquisto di un prodotto alla scelta di un servizio. E di imparare a dire di no.
Nella sua biografia il 1992 è considerato l’anno della svolta della satira “economico-ecologica”, mentre la sua popolarità come “comico di costume” era già all’apice, nonostante la sua assenza dagli schermi televisivi.
Cosa è accaduto?
E’ accaduto che ho conosciuto un chimico italiano, Morosini, che lavorava in Germania e sono andato con lui a fare la spesa in un supermercato tedesco. E tra gli scaffali di yogurt, mozzarelle, latte, leggendo le etichette che raccontavano la storia dei prodotti ho scoperto un mondo. Ho capito cos’è l’economia. Ho cominciato a riflettere su questioni come la logistica, l’energia, l’efficienza. E ho capito che nella mia satira parlavo di Craxi e il pericolo, invece, era Mastrolindo.
Ho visto il mondo in un’ottica diversa: ho capito che attraverso uno spazzolino da denti si può spiegare il PIL. Perché i tre grammi di plastica che butto via finiscono in un inceneritore, diventano diossina, che trasportata dal vento finisce nel mare e, quindi, nel plancton che mangiano i pesci, con il rischio che un giorno me li ritrovo nel piatto, nel branzino fumante: e così ci siamo mangiati il nostro spazzolino! E allora: tutto ciò che produciamo, qualsiasi cosa cerchiamo di distruggere alla fine ce la mangiamo, ce la beviamo, ce la respiriamo. D’altra parte siamo proprio noi i principali depuratori in natura, con i nostri polmoni, i metri di intestino, i reni. Pensi solo che in Germania la cremazione umana avviene attraverso filtri speciali, perché il corpo umano è un rifiuto tossico nocivo.
Il suo impegno verso l’ambiente è concreto e coinvolge esperti e scienziati, entra nel merito delle questioni tecniche come dovrebbero fare i politici, seppure utilizza uno strumento straordinario come la satira. Qual è il suo obiettivo?
L’informazione. Siamo governati da ultrasettantenni, fossili che parlano di PIL, di pensioni, di un mondo vecchio. Progettano un futuro che loro non vedranno mai. Le banche devono smettere di essere delle associazioni a usura e tornare ad essere l’impulso vitale dell’economia. Le banche devono fare le banche: smetterla di essere nei consigli di amministrazione delle imprese e dentro le società di informazione. Basta con questa “pornografia del debito”, dove le banche cercano di appropriarsi della vita del cittadino e non solo dei suoi soldi. Questo è vergognoso, vergognoso! C’è un’asimmetria di informazione tra chi vende, che sa le cose, e chi compra, che non sa nulla.
Lei è il comico più popolare del nostro Paese, i suoi spettacoli fanno il pieno di pubblico e il suo blog registra 160.000 visitatori al giorno. Questo significa che c’è più sensibilità di quanto si creda verso temi come l’abolizione degli inceneritori, il riciclo dei rifiuti, gli OGM e la sperimentazione animale. Ma gli italiani, in fatto di rispetto dell’ambiente, non perdono le cattive abitudini…
E’ solo un problema di informazione che nei canali convenzionali è poca e, spesso, distorta e assente. Il blog da questo punto di vista è uno strumento che non perdona: se racconti balle sei subito smentito. E’ la forza e la grandezza della Rete che verte soprattutto sulla reputazione. Nel mio blog è possibile avere delle informazioni su molti temi, ma perché questo si trasformi in conoscenza è la persona che deve deciderlo.
Maggiore consapevolezza e aiuto della tecnologia, insomma?
Sì. Non abbiamo bisogno di maggiori quantità di energia, ma di fare una casa che consumi la metà, una macchina che consumi un decimo, di altri motori, di passare dal fossile (petrolio) al futuro (il sole); abbiamo bisogno di utilizzare un computer che non consuma nulla, di utilizzare dei software, come Skype, primo canale di comunicazione del mondo, anche se nel nostro Paese i mezzi di informazione non lo dicono, che ci permettono di comunicare a costi bassissimi; e ancora, di scaricare 10.000 canzoni da ascoltare gratuitamente da un sito. La Rete è un veicolo straordinario e per un motivo molto semplice: elimina tutte le intermediazioni.
Ci parli del suo progetto per il Museo della Spazzatura, in collaborazione con Renzo Piano.
Visitare le discariche è una cosa molto interessante. Si scopre che lì in mezzo c’è di tutto, cose inutili, cose nuove, mai usate. Aiuterebbe a consumare meno e meglio. L’idea era di creare un museo della spazzatura, come in un acquario, per vedere la nostra civiltà al contrario: il tipo di rifiuti che produce un italiano, un africano … un genovese!
Ma il progetto non è ancora partito.
Parliamo del futuro: crede sia realistico ipotizzare un mondo e un’Italia ecologicamente migliori?
Ma assolutamente sì! E’ una battaglia bellissima quella che dobbiamo combattere contro questo autismo della politica, dell’economia, della finanza, della cultura. Dobbiamo uscire da questo incantesimo durato per 50 anni. Oggi la gente vuole sapere.
Se la proponessero come Ministro dell’Ambiente accetterebbe?
Ma qui il problema non è del Ministro dell’Ambiente, semmai è di quello dell’Economia, della Finanza, dell’Industria! E, soprattutto, di depistare i fondi destinati ad altre attività in fondi di benessere per la collettività. Bisogna ripensare tutto il sistema, la politica, l’utilizzo del petrolio e tutto il resto: è un discorso più ampio. Si dovrebbe cominciare a parlare di democrazia dal basso.
Parliamo di comportamenti “ecologici”: come vive?
Ecco, io penso che l’automobile abbia fatto il suo tempo come mezzo di mobilità. L’auto non è più un esempio di libertà, ma è una complicazione per la qualità della vita nelle città. Io abito su un colle e mi faccio un po’ di energia con il sole: mi scaldo l’acqua, spesso uso la bici, ho una macchina a gas GPL e una ad idrogeno. E sia io che la mia famiglia siamo pronti a recepire tutte le innovazioni tecnologiche che ci porteranno a consumare in modo migliore e meno dannoso. Ma gli spostamenti e il traffico, oggi, sono frutto di scelte sociali sbagliate. Le infrastrutture da costruire non sono fisiche ma sono culturali e tecnologiche.
Le hanno dato del politico con la maiuscola, del filosofo, del messia moderno, del tribuno del ventunesimo secolo. Lei come si definisce?
Io sono un disincantatore.
di Floriana Morrone
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