Il peso della plastica galleggiante
Quante volte dopo un’alluvione o una piena, abbiamo assistito a scene drammatiche di sacchetti in plastica ed altri oggetti, imprigionati nella vegetazione o depositati al suolo. Scarti che non verranno smaltiti prima di decine di anni, e che quasi certamente andranno ad arricchire le file dei rifiuti galleggianti.
Si prevede che nel 2050, il peso della plastica presente nell’Oceano supererà quello complessivo dei pesci. I dati registrati rendono bene l’entità del problema, la cui gravità è riuscita ad attirare anche l’attenzione del World Economic Forum di Davos nel 2016.
La situazione italiana
Ad oggi si stimano 269mila tonnellate di plastiche galleggianti, di cui 23mila soltanto nel Mediterraneo.
E’ triste appurare che uno dei bacini più ricchi per biodiversità, risulti essere tra le sei zone di maggiore accumulo al mondo, con rischi imminenti per l’ambiente e la salute.
In Italia le microplastiche presenti tra Toscana e Corsica, si aggirano intorno ai 10 kg al chilometro quadro, mentre lungo le coste pugliesi, siciliane e sarde, i rifiuti composti da polimeri ed altre materie plastiche, ammontano a circa 2kg al chilometro quadro.
Acque contaminate
Bottigliette, buste, tappi e imballaggi, finiscono in mare in vario modo. Nella maggior parte dei casi gli oggetti in plastica, se non riposti negli appositi cassonetti e dunque non riciclati, prima o poi verranno trasportati nei fiumi dall’acqua piovana.
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