Quando l’etica incontra il design: una pelle sostenibile
Per chi ama l’eleganza della pelle, ma vi rinuncia per motivi etici e di sostenibilità, dall’Islanda arriva una soluzione. Atlantic Leather è l’azienda che produce rivestimenti di pelle ricavati dagli scarti del pesce dell’industria alimentare. Il tutto attraverso l’uso di fonti rinnovabili.
Pelle di mare
Un riuso creativo la cui idea si sviluppa fin dal 1990: «All’epoca il Governo ha imposto una serie di limitazioni agli allevatori di ovini e questo ha causato una diminuzione della produzione del pellame tradizionale. Una crisi che ha investito tutte le concerie» spiegano dall’azienda. Di qui, la provocazione: perché non sfruttare la grande quantità di pelle di pesce di scarto prodotta nel Paese? Dall’intuizione alla commercializzazione ci sono voluti anni. Nel 1995 Atlantic Leather si è costituita come azienda, ma i primi risultati sono arrivati solo nel Duemila, quando il team di ricercatori è riuscito a ottenere un risultato di vera qualità.
Oggi l’azienda ha una rete di vendita con agenti in Svizzera, Spagna, Italia, USA, Olanda, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Svezia e Danimarca. Lavora quattro specie di pesce: salmone, merluzzo, persico e pesce lupo. Il prodotto è disponibile in diversi colori, tagli e consistenze ed è perfetto per gli arredi e per i vestiti. Inoltre, è lavorato con attenzione alla sostenibilità.
«La conceria si trova vicino alla fonte di approvvigionamento della materia prima – spiega l’azienda –. Per la produzione usiamo molta energia geotermica, di cui l’Islanda è ricca. Una centrale idroelettrica alimenta lo stabilimento. Lavoriamo la pelle con sapone e calce, per rimuovere le lische. Puntiamo a […] segue
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di Sara Perro
Curiosità
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