Welfare urbano
Città di piccole dimensioni, quartieri connessi con spazi in condivisione, comunità a misura d’uomo. A partire da edifici capaci di reagire al clima come fa una pianta
Da un lato l’invito a ripopolare i borghi dimenticati, riqualificando strutture vecchie e in rovina per dare nuovo valore al costruito e ai territori periferici. Dall’altro, la tendenza crescente a costruire sempre maggiori “distretti” o quartieri green, con servizi sharing per la mobilità e lo sport, con orti di comunità e spazi verdi condivisi, che animano aree lontane dal centro, ma incluse all’interno del tessuto urbano.
Entrambe le spinte appaiono ugualmente forti, l’una per maggiore contatto con la natura, l’altra per una interconnessione virtuosa e di qualità. In ogni caso, la ricerca che contraddistingue il futuro è quella di uno stile di vita più lento. E, soprattutto, basato sulla costruzione che integra legno e piante…
Articolo pubblicato su Casa Naturale di luglio-agosto 2021
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