Incentivi più efficienti: ecco il conto termico
È l’alternativa all’ecobonus del 65%: il sistema migliore per avere incentivi edili. Il Conto Termico esiste dal 2013, ma in passato è stato utilizzato poco, per via di una procedura poco conosciuta e, a detta dei più, complessa. Dal 31 maggio, però, lo strumento si rinnova: nella versione 2.0 promette un valido sostegno per il settore dell’edilizia sostenibile e delle tecnologie alimentate a fonte rinnovabile.
La misura è stata introdotta dal Dm 28 dicembre 2012 ed è stata rivista e corretta dal Dm 16 febbraio 2016: la disponibilità annuale è cospicua ed è pari a 700 milioni per il sostegno ai privati cittadini e alle imprese e di 200 milioni per la pubblica amministrazione.
Non chiamateli agevolazioni
A differenza delle agevolazioni con detrazione fiscale, funziona come un rimborso diretto sul conto corrente (oltretutto in un massimo di 5 anni, contro i 10 dell’ecobonus) e premia in modo molto mirato, con percentuali di rimborso più elevate a fronte della spesa sostenuta, chi più decide di investire nell’abbattimento dei consumi e in apparecchi ad alte prestazioni.
A gestire l’esame delle domande e l’erogazione degli incentivi è il Gse, il Gestore dell’energia elettrica.
Tutto avviene in via telematica attraverso il Portaltermico, piattaforma attivata ad hoc.
Incentivi per i privati
Per ciò che riguarda i privati, gli interventi sostenuti con un contributo economico sono la sostituzione di impianti di climattizzazione obsoleti con nuovi sistemi a pompa di calore o con caldaie, stufe o camini a biomassa, l’installazione di collettori solari termici, la sostituzione di scaldacqua elettrici con boiler a pompa di calore e (novità) la sostituzione di vecchi apparati con sistemi di climatizzazione ibridi, che associano la condensazione alla pompa di calore. Per la pubblica amministrazione, l’elenco delle opere ammesse è molto più vasto e coincide anche con gli interventi finanziati dalle detrazioni 50%, cioè – per fare qualche esempio – la coibentazione dell’involucro edilizio, il cambio di infissi o la trasformazione degli immobili tradizionali in fabbricati ad energia quasi zero. In tutti i casi, è importante sottolineare che da fine maggio sono innalzate le soglie degli apparecchi che possono fruire dello strumento: il conto diventa perciò appetibile anche per chi deve operare su edifici di grandi dimensioni.
Si arriva al 40%
L’ammontare del sostegno riconosciuto è al 40% per la PA e varia caso per caso per i privati: sulla base di alcune simulazioni, relative ancora però alla vecchia formula, va dal 20 al 65% (tetto massimo) e viene calcolata in rapporto alle caratteristiche dell’impianto, alla zona climatica in cui è inserito e all’energia producibile, applicando un preciso algoritmo messo a punto dai tecnici. Anche se la quota di restituzione può risultare inferiore rispetto ai bonus fiscali, il grande vantaggio è che i soldi sono restituiti subito alla Pa e spalmati in rate di uguale importo da2 a5 anni, per i privati.
Grande novità che scatta dal 31 maggio, è inoltre la possibilità di ottenere il rimborso anche in un’unica soluzione: ciò avviene sempre per la PA e, se la cifra non supera i 5mila euro, anche per i privati. Il bonifico arriva sul conto corrente del beneficiario, anche per spese pagate online o con carta di credito ed entro 90 giorni dalla sottoscrizione del contratto con il Gse.
Per ciò che riguarda la procedura, sotto l’aspetto della presentazione della domanda si è lavorato molto per la semplificazione.
Per alcuni la documentazione non serve
Grazie al catalogo degli impianti, presente sul Portaltermico, chi ha installato un apparecchio di piccola taglia (fino a 53 kW o 50 mq di superficie) non deve più raccogliere e inviare la documentazione, ma dovrà solo flaggare sulla piattaforma la voce corrispondente al sistema installato (i diversi prodotti incentivati saranno inseriti direttamente dalle case produttrici).
L’ELENCO DELLE OPERE INCENTIVANTE PER I PRIVATI
- la sostituzione di impianti di climatizzazione con impianti a pompa di calore fino a 2mila kW o con caldaie, stufe o camini a biomassa (legna, cippato, pellet, etc)
- l’installazione di collettori solari termici fino a 2.500 mq
- la sostituzione di scaldacqua elettrici con boiler a pompa di calore
- la sostituzione di impianti di climatizzazione con nuovi sistemi ibridi, che uniscono la condensazione alla pompa di calore
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