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Lo shopping (al) verde conviene

di Sara Perro

Lo shopping (al) verde conviene

Il centro commerciale, nell’immaginario di molti di noi, è il regno dell’effimero: il luogo dei consumismo, delle spese spesso inutili, dell’acquisto a tutti i costi. Magari anche a danno dell’ambiente. Esiste però una nuova frontiera del commercio: una realtà attenta a 360° alle conseguenze che i nostri consumi comportano.  È il retail sostenibile.

Un concetto che ha molte sfaccettature e si declina in mille modi diversi: è sostenibile un centro commerciale che consuma poca energia, illuminato soprattutto dalla luce naturale? Certo. Ma non meno di un negozio di quartiere che, nel suo piccolo, punta su una filiera a chilometri zero o su arredi riciclati. E che dire di un punto vendita che incentiva i dipendenti a recarsi al lavoro in bicicletta? O che magari investe nella realizzazione di un sistema di isolamento acustico, per rendere i turni più “sostenibili” dal punto di vista del benessere e del comfort?

Tutti esempi di una sensibilità nuova e tutti validi, a modo loro. Perché la verità è una sola: il rispetto per le persone e quello per l’ambiente sono due facce della stessa medaglia e in pochi settori come in quello commerciale si può toccare con mano concretamente. Sempre più aziende, sia grandi che piccole, l’hanno capito e stanno mettendo in atto una vera rivoluzione culturale. Le grandi catene – ma non solo – progettano “mall” iper performanti, capaci di ottenere le più prestigiose certificazioni: Leed, Breeam, CasaClima.

Troviamo archistar impegnate in progetti avveniristici, dove la materia esplora nuove frontiere dell’eco-compatibilità. Troviamo imprenditori come Oscar Farinetti che non solo creano centri commerciali green dove si produce energia camminando sui pavimenti, ma dichiarano un intento educativo nei confronti del cliente. «Deve passare il concetto che sei “figo” se rispetti il Pianeta» dice il patron di Eataly. Farinetti non è il solo.

Altre aziende si accostano a questa missione educativa con un approccio più “sensoriale”. Puntano cioè a restituire al cliente il massimo comfort nell’esperienza di acquisto. Al supermarket non domina più la plastica, ma la natura. E così il verde viene letteralmente portato fra gli scaffali di pasta e sottaceti, magari con giardino verticale.

Ma commercio, l’abbiamo detto, non significa solo grande distribuzione. Significa anche dialogo, vicinanza, riscoperta del piacere di rapportarsi con le persone. In tutta Italia – ma non solo – si moltiplicano gli esperimenti di negozi “leggeri”, dove si acquistano pasta, riso e cereali senza imballaggio.

L’ultimo, essenziale, lato della sostenibilità è quello architettonico: e allora troviamo strutture concepite per fondersi con l’ambiente, letteralmente nascoste nel sottosuolo, come le cantine ipogee che vi mostriamo nelle pagine a seguire. Comprare green è meglio per tutti. Non solo per chi vende.

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Di Lorenzo Bernardi, Giorgia Marino, Sara Perro, Maria Chiara Voci

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