Le novità per uno stile ecosostenibile
In Friuli, sogni a 10 metri da terra
Sono sbucate (almeno ufficialmente) poche settimane fa: l’inaugurazione ufficiale, infatti, è stata il 29 settembre, ma di loro si parlava già da qualche tempo. Fanno capolino, quasi furtive e perfettamente immerse nella natura, dai boschi della provincia di Udine, per la precisione a Ugovizza. E sono la realizzazione del progetto Tree Houses firmato dall’architetto Claudio Beltrame. Realizzate da DomusGaia, le cosiddette “Pigne” sono due casette costruite sugli alberi, sospese a dieci metri da terra. Sono suddivise internamente in tre livelli e rappresentano l’incarnazione più concreta del turismo sostenibile. Sono accessibili a tutti, anche ai disabili. A dominare, ovviamente, è il legno, materiale principe, proveniente dalle foreste del Friuli Venezia Giulia e a filiera controllata.
Un’app per comunicare con le piante
Il fatto che parlare alle piante faccia bene è noto ai più. Ma se sono loro, a rispondere? Di questo aspetto si occupa HiGrow, la start up che ha elaborato una app che fa “comunicare” le piante e che sta facendo partire la campagna di crowdfunding grazie alla piattaforma Eppela per raccogliere i primi fondi con i quali avviare la produzione del primo dispositivo. Un apparecchio in grado di monitorare lo stato di salute delle piante di casa e farle parlare grazie ad una app attraverso notifiche push. Ad ideare la tecnologia è Luca Fabbri, ingegnere bolognese 33enne. L’obiettivo che si pone la start -up è di raccogliere 10.000 euro grazie al contributo di tanti piccoli sostenitori per creare il primo strumento in grado di far “parlare” le piante direttamente con il proprio smartphone.
Wali: le reti che intrappolano la nebbia e producono acqua
Quella trascorsa è stata un’estate (l’ennesima) vissuta con l’emergenza idrica come vicina di ombrellone. Sete d’acqua che l’Italia sente sempre più sua. Ma sull’asse tra Torino e Milano, grazie agli studenti dei due Politecnici metropolitani, qualcosa sembra muoversi verso una soluzione: si tratta del progetto WaLi (Water for Life), che un gruppo di ragazzi e di docenti sta sviluppando per ottenere acqua tramite l’uso di tessuti. Vere proprie reti pensate per “intrappolare” ammassi nebbiosi o umidità a raso terra che ben conosciamo, in Italia, soprattutto al Nord. Attraverso le maglie del tessuto, questi elementi possono diventare gocce, da cui ricavare acqua potabile, per l’irrigazione o almeno catturare l’aria inquinata delle zone urbane e trafficate. Al momento si è alla fase di prototipo, ma le applicazioni potrebbero essere innumerevoli. Della questione si sta interessando anche l’Europa che potrebbe fornire alcuni fondi. Ma anche alcune aziende manifatturiere hanno drizzato le antenne.
Gli orti urbani e le api come termometro per la salute urbana
Da Bologna parte la riscossa per la tutela di una specie preziosa per tutto l’ambiente: le api. Il Consorzio nazionale apicoltori (Conapi) e Legambiente, infatti, hanno firmato un protocollo d’intesa che “elegge” questi insetti a “termometro” dell’inquinamento delle nostre città. Su questa scia è nato così il progetto “Api e Orti”, che proprio nella zona del capoluogo emiliano (ma anche a Milano e a Potenza) prevede il monitoraggio delle api per valutarne la salute in ambiente urbano: con l’aiuto dei risultati di alcune analisi di laboratorio, si potrà sapere in tempo reale se ci sono sostanze tossiche e in quale quantità. E la cornice in cui si cercheranno di estrapolare dati e risultati sono gli orti urbani delle tre città. All’iniziativa partecipa, per la parte più scientifico-accademica, anche l’Università di Bologna.
Classifica italiana dell’efficienza energetica
Risparmiare energia (o quantomeno utilizzarla al meglio) non deve essere una questione di competizione, ma di quotidianità. Però è un percorso lungo da compiere. E Avvenia, società leader nella white economy, ha voluto stilare una graduatoria tra le regioni italiane, sulla base della loro predisposizione a fare efficientamento energetico: le aziende, ma anche le case dei singoli cittadini, fino agli enti pubblici. Sul gradino più alto del podio sale la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Toscana. Ai piedi del podio si erge la Campania, che guadagna posizioni rispetto alle rilevazioni passate, mentre è il Piemonte a chiudere la Top5. Si tratta, in pratica, delle regioni che – da sole – sviluppano il 52% dei programmi di efficienza energetica di tutto il nostro Paese. Dietro la lavagna finiscono invece Calabria, Basilicata e Molise. In ogni caso, il 2017 si annuncia come un anno record per l’Italia, così come i risparmi per imprese e cittadini.
Il quartiere smart di Milano in costruzione
Essere “smart” dalle parole ai fatti. Milano vuole costruire un quartiere che poggi le sue fondamenta sul risparmio energetico. E ha individuato l’area in cui intervenire. Sono addirittura già partiti i lavori (“benedetti” anche dal sindaco meneghino, Giuseppe Sala) che interesseranno i primi edifici, che si trovano in zona Porta Romana, quella amata e cantata anche da Giorgio Gaber. Il progetto, nel suo insieme, ha un valore complessivo di circa 25 milioni di euro e prevede la riqualificazione di ben cinque edifici privati e uno pubblico. Ma non solo: si andrà a intervenire anche nelle aree per così dire “comuni” del quartiere e dunque spazio alla gestione energetica integrata e alle nuove tecnologie digitali, come i lampioni intelligenti dotati di sensori assortiti e di wi-fi (dovrebbero essere almeno 300 gli esemplari in via di installazione). Le stime degli esperti quantificano il risparmio per le famiglie in almeno il 50-60 per cento dei consumi rispetto alle bollette del riscaldamento che pagano attualmente e di circa un terzo per l’energia elettrica.
Innovazione per pulire le tubature condominiali
Ecco la soluzione per pulire i tubi che portano l’acqua potabile nelle case di tutti noi: un maialino. Sì, ma di ghiaccio. Stiano tranquilli però gli animalisti: nessun cucciolo di suino sarà infilato nelle condutture condominiali. La tecnologia, brevettata dal Gruppo Suez (“Ice pigging”, il nome originale), ha visto le sue prime applicazioni in Lombardia – per la precisione a San Giuliano Milanese – e fa affidamento su una massa di ghiaccio mescolata a comune sale da cucina che ne abbassi la temperatura di congelamento e che garantisca una densità minore, così da non danneggiare i tubi stessi. Più che un maialino, dunque, si tratta di un blocco di ghiaccio che, infilato nella conduttura, viene spinto dalla pressione dell’acqua e “pulisce” dove passa, trascinando via con sé eventuali residui o materiali sedimentati. Addirittura, come una specie di “blob”, li ingloba e li restituisce una volta ritornato alla luce del sole. I risultati sono incoraggianti e il metodo, grazie alla sua “flessibilità” di applicazione, potrebbe presto trovare nuovi ambiti di intervento.
Captor per monitorare la qualità dell’aria
Lombardia, ma anche Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, con un occhio di particolare riguardo per l’intera area della Pianura Padana. Sono diverse le regioni del nostro Paese in cui la cura per lo stato di salute dell’aria richiede l’intervento in prima persona anche dei cittadini. Come nel caso del progetto “Captor”, realizzato in collaborazione da Arpa e Legambiente, che prevede il monitoraggio della presenza di ozono da parte di gruppi organizzati di comunità locali, anche nell’ottica di un cammino di responsabilizzazione. In particolare, l’attenzione è dedicata all’ozono “troposferico”, quello che ha gli effetti più rilevanti sulla nostra salute. Sono così stati installati dei sensori nelle case di alcuni volontari per effettuare i rilevamenti, che restituiranno dati e valori che saranno poi i tecnici ad analizzare. Al progetto partecipano anche realtà in Spagna e Austria. Il tutto rientra nel bando europeo “Horizon2020”, il cui scopo è rendere i cittadini più informati e partecipi e, dunque, capaci di adottare comportamenti e stili di vita più sostenibili.
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