Ricicli di comunità
Movimentare i rifiuti organici e trasformarli in concime è uno dei problemi maggiori della moderna gestione dei rifiuti. Per questo, suscita grande interesse BioComp, la nuova “compostiera di comunità”, un vero e proprio “digestore” elettromeccanico, capace di funzionare al servizio di un condominio o di una realtà locale, di “elaborare” i rifiuti umidi e di produrre da questi compost di qualità.
Un progetto innovativo
L’innovativo sistema, progettato dall’Enea, l’Agenzia nazionale di ricerca sullo sviluppo sostenibile, nell’ambito del progetto Astro, copia analoghi modelli già presenti e diffusi nel Nord Europa. La tecnologia funziona controllando, accelerando e migliorando il processo naturale di trasformazione cui va incontro qualsiasi sostanza organica per effetto di batteri e funghi e permette di ottenere un prodotto biologicamente simile all’humus dei boschi, cioè appunto il compost. L’intero processo dura circa 40 giorni e produce terriccio fertile, che si può mescolare al terreno dei vasi di casa e del giardino. Tutto con un investimento di appena 2030mila euro.
Un vantaggio per le nostre tasche
Il passo in avanti è importante e ha effetti non indifferenti per le tasche dei cittadini. Per le aziende di smaltimento e raccolta, infatti, trasportare e trasformare l’organico rappresenta una delle voci di costo più pesanti all’interno dei propri bilanci.
Una spesa che raggiunge anche il 40% del servizio di smaltimento complessivo e che, inevitabilmente, finisce per gravare sulle tariffe finali applicate agli utenti.
I rifiuti si pagano a tonnellate!
I rifiuti rappresentano circa il 30% del volume raccolto quotidianamente, oltre che la componente più pesante dell’immondizia. Siccome il conferimento in discarica o in inceneritore si paga a tonnellata, diminuire la frazione organica è un imperativo per tutte le aziende del settore.
Senza contare che i termovalorizzatori, per ottimizzare le temperaure del forno, chiedono rifiuti il più possibile secchi, adatti ad essere bruciati per produrre calore ed elettricità.
Ecco quindi la necessità di trovare modi nuovi per limitare il trasporto dell’organico e la sua trasformazione negli impianti di trattamento pubblici.
Ottimo per il condominio e le valli
Se il compostaggio domestico è già stato individuato in molte città italiane come una pratica da incentivare (il 33% della popolazione italiana vive in case unifamiliari), fino ad oggi mancava una soluzione per l’autocompostaggio di comunità.
Il sistema messo a punto dall’Enea ben si adatta alla trasformazione dell’umido prodotto da un condominio, così come da una mensa, una comunità, una zona turistica affollata di ristoranti o dai magazzini di un supermercato.
Oppure in aree dove risulta troppo costoso raccogliere l’organico, come sulle isole o nelle valli alpine.
Ottomila tonnellate di fertilizzante
Nella Capitale, grazie a un accordo triennale siglato fra l’Enea e l’Ama Roma (l’operatore più grande in Italia nella gestione integrata dei servizi ambientali), saranno installate nel giro di un anno un centinaio di compostiere a servizio delle mense di scuole, uffici e hotel. Secondo le stime dell’azienda rifiuti, grazie alla diffusione del sistema, saranno circa 80 le tonnellate di organico avviato al compostaggio da ciascuna delle utenze attivate e sarà prodotto, ogni anno, fertilizzante per un totale di 8mila tonnellate.
Una prima sperimentazione della compostiera di comunità è stata, inoltre, avviata dall’Enea, che ha gestito un impianto pilota presso il Centro ricerche della “Casaccia”, dove il compostaggio è stato alimentato con gli scarti della mensa dei dipendenti. Dopo un anno di sperimentazione in Casaccia, il compostatore Joraform 5100, da 25 kg/ giorno, è attualmente installato nell’isola di Favignana.
Per informazioni: www.amaroma.it
© Riproduzione riservata.