Oscar Farinetti: la qualità del cibo che premia
A tre anni dalla sua nascita a Torino, Eataly è un successo ma anche un fenomeno di costume. E come per tutti i grandi successi, l’idea alla base sembra semplice: smentire l’assunto secondo cui i prodotti alimentari di alta qualità possono essere a disposizione solo di una cerchia di privilegiati, poiché spesso cari o difficilmente reperibili. Il marchio riunisce un gruppo di piccole aziende che operano nei diversi comparti del settore enogastronomico: dalla pasta di grano duro di Gragnano alla pasta all’uovo langarola, dall’olio della riviera di Ponente ligure alla carne piemontese, e ancora vini, salumi e formaggi della tradizione piemontese italiana.
Il tema del business redditizio ed “etico” (parola abusata, lo sappiamo) dunque è un’utopia possibile?
Come ha detto in qualche occasione, il contadino è l’unico imprenditore che non conosce il prezzo del suo prodotto perché lo fanno gli altri…
L’etica, nel senso di rispetto e senso civico, non può non essere abbinata al business. Solo così il business ha futuro. Per arrivare ad una situazione in cui il contadino possa formulare il prezzo di ciò che vende bisogna fare la riforma dell’agricoltura e favorire lo spirito d’impresa di chi fa agricoltura.
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I consigli di Oscar Farinetti a Casa Naturale
Cosa fare
Vivere in una casa che esprima armonia
Cosa non fare
Continuare a costruire “non luoghi” invivibili per l’uomo
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Chi è Oscar Farinetti
Oscar Farinetti, prima di diventare patron di Eataly, ha trasformato il supermercato ereditato dal padre nella catena di elettrodomestici UniEuro, di cui rimane famoso lo spot con protagonista Tonino Guerra e il suo “Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!”. Ceduto Unieuro nel 2003, nel 2007 Farinetti inaugura, a Torino, la prima sede Eataly, un vero e proprio “supermercato dell’enogastronomia”, nella ex fabbrica storica della Carpano: 11.000 metri quadri su tre piani dedicati ai cibi di qualità a prezzi sostenibili, otto ristoranti a tema, due bar, una gelateria, il museo Carpano che conserva la memoria del luogo d’origine, legato al tema del cibo. La formula mette d’accordo alta qualità e prezzo e rende l’esperienza del cibo una sorta di happening multisensoriale: si possono acquistare prodotti (dietro alle carni di razza piemontese c’è un accordo con una trentina di allevatori della Granda a cui si assicura mercato per alcuni anni), ma anche vedere da vicino le preparazioni dei cibi: il forno a legna di 7 mq sforna 30 quintali di pane fatto con farine biologiche macinate a pietra. Il successo di pubblico è immediato. In seguito Eataly ha aperto a Pinerolo, Asti, Monticello d’Alba, Bologna, Tokyo, nel settembre 2010 a New York con una grande sede nella centralissima Madison Square. Tra i progetti delle prossime aperture ci sono anche Londra e la Russia. A Milano, dopo lo spazio all’interno del Coin di piazza Cinque Giornate, è in programma una nuova apertura con la trasformazione del Teatro Smeraldo in un tempio dell’enogastronomia e c’è attesa per vedere come Eataly si farà perdonare dai milanesi la trasformazione così radicale di uno dei simboli della cultura teatrale della città. Farinetti però assicura che a lui piace mantenere un legame storico con le strutture che ospitano Eataly.
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di Paola Pianzola (riproduzione riservata)
La versione integrale è stato pubblicata nel numero di Casa Naturale APRILE 2011
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